Risportiamo di seguito una dichiarazione rilasciata da Giovanni Bazoli perché riteniamo sia davvero significativa.
La riportiamo con l’invito a tutti coloro che la leggeranno di utilizzarla per una seria riflessione sui contenuti che essa esprime, ma soprattutto come spunto per una analisi dei fenomeni economici che quotidianamente accadono attorno a noi, e dei quali il “Caso Birreria Pedavena” e’ solo uno degli esempi.
L’invito ovviamente è rivolto anche al Managment Team di Heineken, perché prenda coscienza che, al di là della presunta ragione dei numeri, la chiusura dello stabilimento di Pedavena si è rivelata una scelta poco felice.
L’etica si sposa con l’economia
Giovanni Bazoli, Presidente di Banca Intesa, ha così dichiarato il 2 dicembre 2005, a Sondrio, durante una conferenza sul tema “Mercato e democrazia”:
“I valori etici, individuali e collettivi, sono connaturati all’ economia e fin dall’origine, alla base di un buon funzionamento dei mercati, è stata posta l’esigenza etica - nei comportamenti e nelle informazioni - di mantenere l’obbligo di correttezza. Non c’è contraddizione fra risultati e valori. L’impresa non è responsabile solo verso se stessa, ma ha un ruolo sociale e il coinvolgimento deve ampliarsi ai lavoratori e ai consumatori. C’è chi ritiene che non ci sia spazio per seguire l’etica negli affari. Ma lo spazio c’è, eccome. La strada del buon diritto è preparata dall’etica. Certo occorre contrastare la forte influenza che nella teoria economica, non meno che in quella politica, esercita, con formulazioni diverse dal passato, quella linea di pensiero utilitaristica che legittima, sulla presunzione dei risultati finali coincidenti con quelli della collettività generale, il perseguimento da parte degli interessati del massimo utile individuale. Ad esempio, alcuni manager hanno interpretato gli interessi propri e dei soci di controllo con quelli di tutta l’impresa. Per questo occorre mantenere una regolamentazione rigorosa con istituzioni e autorità di vigilanza forti e indipendenti. Serve anche un’informazione indipendente e pluralista a garanzia della democrazia e della stessa economia”.
Fonte: Il Sole 24 Ore 3 dicembre 2005
Riportiamo di seguito il testo della nuova lettera che il Parroco di Pedavena ha inviato in questi giorni al Board di Heineken Olanda, sollecitando il mantenimento degli impegni a suo tempo dichiarati.
E’ una accorata richiesta, ma anche un invito a porre in atto ogni sforzo per portare a compimento la positiva soluzione della questione “Birreria Pedavena”.
To Mr. M.J. Bolland, Heineken Executive Board
Gent. Mr. Bolland
Mentre La ringrazio per la sua bella lettera del 17/7 u.s. Le domando comprensione se mi permetto di scriverLe ancora in questo momento, quando mancano pochi giorni alla definitiva conclusione della vicenda che riguarda la nostra Birreria.
Le rinnovo il mio personale preoccupato pensiero per la fabbrica e il nostro territorio. So che nonostante le trattative siano in corso ci sono delle difficoltà alla vendita da parte dei manager italiani.
Confido nella sua parola e prego il Signore affinché tutto si concluda per il meglio.
Il Parroco di Pedavena
Fonte: Corriere del Veneto del 16 Novembre 2005
“Dubbi sulla reale volontà di Heineken di cedere lo stabilimento.
Pedavena, la Castello non rinuncia all’acquisizione.
Pedavena: La partita a poker continua. Nella sfida per l’acquisto della birreria Pedavena, anche la Castello gioca le sue carte. Intende andare avanti nella trattativa, anche se soltanto adesso si scopre che Heineken offrirà soltanto l’impianto di produzione. “ Non abbiamo rinunciato all’acquisto – spiega Eliano Verardo, amministratore delegato – anche se abbiamo scoperto che il locale birreria non rientra in questa trattativa”. Entrambe le aziende interessate all’affare, Castello e Tarricone, sono ora in attesa di vedere quale sarà la risposta di Heineken. Il dubbio, infatti, è che la multinazionale olandese stia bleffando. Finge di voler parteciapre al gioco cambiando le carte in tavola, pur sapendo che alla fine si ritirerà dalla partita. Per ora è soltanto un’impressione, espressa per altro dal segretario provinciale Cisl Primo Torresin e condivisa dal Sindaco di Pedavena, Franco Zaetta. Ma anche tra i potenziali acquirenti c’è una certa diffidenza. Si teme che la multinazionale non voglia favorire un competitor. L’alternativa sarebbe una cessione del locale birreria e lo smantellamento delle linee produttive. Con la conseguenza che a Pedavena non si produrrebbe più un litro di birra, mentre gli oltre cento dipendenti si troverebbero senza più un posto di lavoro.” Andrea Ferrazzi
Forse non è solo la Comunità di Pedavena a sentirsi presa in giro, forse non è solo l’Amministrazione Comunale di Pedavena a nutrire dubbi sull’operato di Heineken, forse la situazione è proprio questa: ci si trova difronte ad una multinazionale che pur di raggiungere i propri obiettivi usa tutti i metodi, anche quelli meno lineari e dunque non consoni per un soggetto che in tende proporsi come serio e socialmente responsabile.
E tutto ciò a dispetto degli impegni assunti formalmente con l’accordo sindacale, formalmente di fronte al Ministero del Lavoro, ripetutamente rispetto ai lavoratori ed ai cittadini di Pedavena.
Ci domandiamo quale possa essere la credibilità, rispetto ai propri clienti, ai consumatori, al “mercato”, di un soggetto che opera in questo modo.
Forse proprio queste categorie di soggetti dovrebbero fare una seria riflessione in merito.
Il Comitato Birreria Pedavena
E’ di questi giorni l’ultimo comunicato stampa emesso da Heineken Italia in merito alla cessione del sito produttivo di Pedavena.
Come Comunità ci si sarebbe aspettati un’ esternazione che facesse il punto sulla evoluzione delle trattative, che informasse sui passi in avanti che dal 12 ottobre dovevano essere stati fatti, ed invece ci si è trovati di fronte ad un documento finalizzato a mettere i puntini sul “i”, a ribadire le “proprie verità”, a contestare affermazioni altrui piuttosto che a dimostrare le cose fatte.
Nel comunicato, Heineken ha ribadito che le offerte fatte riguardano solo lo stabilimento. E’ ormai diventato un vero mistero stabilire a cosa si riferiscono le offerte che sono state presentate: Heineken dice una cosa ed i potenziali acquirenti dicono l’opposto. Forse sarebbe opportuno che vi fosse qualcuno super partes per fare chiarezza su questo punto.
Resta comunque curioso che ben due soggetti affermino una cosa diversa da Heineken e che la stessa cosa sia stata affermata anche dal terzo interlocutore che non e’ stato ammesso alla “seconda fase”. Che tutti quanti abbiano capito male? Che tutti quanti vogliano o abbiano voluto fare i furbi?
Sempre nel comunicato si parla dell’attività commerciale che viene svolta nella birreria e della sua incedibilità. Ma veramente nessuno ha mai parlato dell’attività commerciale! E’ evidente che non è vendibile ciò che appartiene a terzi. E’ invece da oltre un anno che si parla di unitarietà del sito produttivo/commerciale ed Heineken ha sicuramente ben chiaro questo concetto considerato che nell’accordo sindacale del dicembre 2004 ha sottoscritto quanto segue: “Infine nell’evidenziare la propria intenzione di facilitare la continuità e lo sviluppo dell’attività industriale e dello storico locale Birreria Pedavena, come importanti fulcri dell’attività produttiva e turistica del territorio, l’Azienda ha confermato che verrà posta attenzione prioritaria per proposte di interesse che riguardino la globalità del sito”. Come mai allora a distanza di un anno si equivoca??
Riguardo poi alle trattative che Heineken ha in corso con il Sig. Gorza per la cessione del locale Birreria e relative pertinenze, si sottolinea con apprezzamento che un imprenditore locale sia attivo e dinamico nel proporsi, ma si ribadisce che questo interessamento non può essere addotto a motivazione per escludere a priori trattative con altri soggetti che magari si pongono nell’ottica di una unitaria valorizzazione di stabilimento e birreria. Quanto poi al diritto di prelazione ci sembra di poter evidenziare che esso debba rappresentare elemento decisivo quanto vi sono più offerte di pari valore, ma non può rappresentare un qualcosa che autorizza ad impedire il concretizzarsi di altre offerte.
Nel senso di una concreta e fattiva “par condicio” vogliamo dunque interpretare le parole di Heineken che confermano, con l’auspicio che i fatti supportino gli intenti, la disponibilità ad esaminare anche altre offerte per il Locale birreria e relativi annessi.
Pedavena è orgogliosa dell’ operato di Lionello Gorza come imprenditore, di quello che ha fatto e dei suoi progetti di sviluppo, ma vorremmo anche ricordare ad Heineken che la salvaguardia dei 50 posti di lavoro che fanno capo al locale birreria, atteso che questo sia il numero esatto, non può essere fatta decretando la definitiva scomparsa di altri 85 posti di lavoro che afferiscono allo stabilimento. Dobbiamo tutti lavorare, Heineken compresa, per preservare gli uni e gli altri posti di lavoro. Solo così chi avrà operato potrà definirsi socialmente responsabile.
Il riferimento che nel comunicato di Heineken viene fatto alle parole dell’Ing. Perron “Da ultimo mi sorprendono tutte queste strumentalizzazioni e speculazioni sul locale birreria in una negoziazione dal contenuto prettamente industriale, come dimostrano i volumi commercializzati dal locale birreria che rappresentano solo 0,5% della capacità produttiva totale della fabbrica”, francamente ci sorprende a nostra volta.
E’ infatti, a nostro giudizio, “strumentale” porre l’accento sulle quantità, quando sappiamo tutti molto bene, ed Heineken ce lo insegna, che il locale birreria e’ importante perché rappresenta la bandiera dello stabilimento birrario, e’ il vestito della festa del nucleo produttivo. Come si può pensare ad un artigiano senza la sua bottega o ad un commerciante senza il suo bancone per vendere.
E su questo piano non va dimenticato il Marchio Birra Pedavena che altrettanto e’ imprescindibile dal territorio in cui è nato.
L’invito rivolto a tutti gli attori di questa vicenda, in primis Heineken, nei 30 giorni che ancora mancano al decisivo incontro ministeriale del 05 dicembre, è dunque ancora una volta quello di lavorare seriamente, correttamente ed in maniera trasparente per dare un futuro industriale birraio allo stabilimento di Pedavena, mantenendo nel contempo l’unicità di un sito industriale/commerciale davvero unico.
Il Comitato Birreria Pedavena
Si è dunque entrati da circa 10 giorni nella seconda fase della trattativa per la cessione dello stabilimento di birra di Pedavena, quella aperta solo agli interlocutori più “seri” e “ben intenzionati”; ma si è scoperto che il concetto di serietà ha valenze diverse a seconda che sia riferito a chi compra o a chi vende.
Per dare maggiore enfasi al momento di passaggio è stata organizzata una conferenza stampa in grande stile alla presenza di uomini di governo, politici, amministratori, rappresentanze sindacali e quant’altro, per dichiarare al mondo intero che le offerte ci sono, sono interessanti, ma sono state formulate con riferimento al solo stabilimento e che quindi la parte commerciale può essere tranquillamente ceduta separatamente. Poi salta fuori che tutti quelli ammessi alla seconda fase hanno formulato l’offerta per l’intero sito (industriale e commerciale).
La cosa appare per lo meno strana. Forse sarà che centinaia di persone hanno capito male, forse sarà che qualcuno dice le bugie, forse sarà che qualcuno fa i giochi di prestigio per cui qualche “pezzo del sito” sparisce dalla trattativa.
O forse nulla di tutto questo ma semplicemente una strategia che da un anno a questa parte non è mai cambiata, e che quando non ha strumenti più efficaci lavora sull’ equivoco (chiamiamolo così). Avete capito male.., Vi siete sbagliati.., non e’ mai stato così.., ecc.. Ma poi i soliti aspiranti acquirenti leggono le carte e quelle, di solito e anche in questo caso, sono precise e sicuramente non equivocabili.
E allora come facciamo? Come si fa a trattare con chi dice bianco ma intende nero?
Come si fa a considerarlo sinceramente attento alla responsabilità sociale d’impresa, alla comunità di cui si pregiava di essere parte, all’etica del Business?
E’ davvero una situazione strana. Si proclama la trasparenza dell’agire e poi si fanno i giochi di prestigio; e perché riescano bene ci si avvale anche degli aiutanti, per lo più interessati ed insospettabili, e per l’occasione nominati e proclamati “salvatori della patria”, o meglio della Comunità in questione.
Ma tutto ciò per la Comunità di Pedavena non è accettabile. Si continuerà dunque a fare tutto quanto possibile per impedire che qualcuno si prenda gioco di essa.
Il maggior numero possibile di persone, aziende, istituzioni, nelle nostre zone, in Italia, nel mondo, deve sapere come si comportano certe multinazionali che sull’altare del principio dell’invincibilità sacrificano tutto e tutti; come agiscono le grandi aziende che hanno le capacità per ragionare su scala planetaria, ma allo stesso tempo non riescono ad accettare che anche le piccole Comunità abbiano il diritto di salvaguardare la propria dignità e la propria identità.
Nessuno si aspetta “regali” o “gesti nobili”, ma un po’ di correttezza e di rispetto è il minimo che ci si può attendere.
E Pedavena lo sta ancora aspettando.
Come intuito da parte di tutti i soggetti coinvolti e come preannunciato anche nei giorni immediatamente precedenti, l’incontro del 12 ottobre u.s. presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si è rilevato molto importante e su certi aspetti decisivo.
Importante perché ha coinvolto tutti i soggetti interessati alla questione con la presenza delle massime rappresentanze di ciascuno, decisivo perché finalmente ha fatto chiarezza sia sulla disponibilità o meno di Heineken di vendere, sia sulla presenza o meno, sulla serietà o meno, dei soggetti compratori.
Ora ci sono 50 giorni per chiudere positiviamente la partita. Si sa chi sono le parti si sa chi compra che cosa. Si è capito che le varie trattative devono andare avanti in modo parallelo e sinergico perché la birreria di Pedavena rappresenta un valore soprattutto per la inscindibilità funzionale delle sue componenti (struttura produttiva e struttura commeciale).
Il lavoro da fare è ancora molto per far convergere domanda e offerta verso la formalizzazione della cessione. Si è parlato di distanza tra le offerte ed i valori di perizia. Bisognerebbe però capire in base a quali criteri è stata fatta la perizia, chi l’ha commissionata e con che scopo. Non è in ogni caso detto che, se c’è la volontà, si raggiunga l’accordo nonostante il permanere di valori diversi da quelli di perizia.
E’ chiaro comunque che più si va avanti, più pericoloso diventa un eventuale uso strumentale delle trattative. Soprattutto in un contesto nel quale una soluzione positiva sta diventando un valore spendibile oltre che per le parti negoziali anche per un crescente numero di soggetti coinvolti.
D’altro canto cavalcare l’onda positiva della situazione, portandola fino all’atteso compimento, rappresenta un’ opportunità di riposizionamento e recupero in termini di immagine davvero ghiotto, soprattutto se su questo piano si è particolamente sensibili.
L’ ipotizzata soluzione “vincitore – vincitore” è dunque alla portata di mano. Non può e non deve essere persa.
Certo è che l’attenzione sulla vicenda a livello del territorio, del quale il Comitato Birreria Pedavena è espressione, non calerà nemmeno un pò.
Continuerà ad esserci uno stretto monitoraggio degli eventi e dei comportamenti degli attori, pronti ad intervenire in maniera determinata e puntuale come è avvenuto fino ad ora, pronti a denunciare ed a bloccare in maniera ferma “marcie in dietro”, “fughe laterali”, o “giochi di prestigio”.
Per il nuovo anno è già attesa la prima “Birra Pedavena” del nuovo corso.
L'azienda svedese Kopparberg, che per prima negli scorsi mesi ha manifestato il proprio interesse a subentrare ad Heineken nel sito di Pedavena, è giunta per effettuare un sopralluogo nello stabilimento e per incontrare l'Amministrazione comunale, il presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon, il consigliere regionale Dario Bond, il presidente di Sviluppo Italia Veneto Massimo Colomban e il presidente del Comitato Birreria Pedavena Siro Celli. Rappresentata dai massimi dirigenti: il presidente Peter Brosman, il presidente del consiglio di amministrazione Jan Lindstrom, l'amministratore delegato Jens Bernhardsson, il tecnico Wolfgang Voigt e l'avvocato Alberto Mazzoni. Una presenza "alla grande", con le proprie figure più rappresentative, per dimostrare ancora una volta la ferma intenzione ad acquistare la struttura di Pedavena intesa nel suo complesso (locale e parco inclusi).
Questo episodio ci fa fare una considerazione: ma è mai possibile che un'azienda come questa, leader nel proprio paese per produzione di birra e con un'ottima fama a livello internazionale, segua un percorso del genere se veramente, come afferma Heineken, si sta rivelando poco affidabile? Come può spiegarsi una presenza così massiccia a Pedavena di esponenti Kopparberg, per due giorni, se realmente questa si stesse dimostrando poco seria nelle trattative intercorse con Ubm?
Tutto farebbe pensare, secondo il nostro modo di vedere, a una proposta ben ponderata. Solo questa, infatti, giustificherebbe un così significativo interessamento.
Questa la nostra opinione, saranno poi i fatti a dire da che parte sta la verità.
Sarà che la stagione estiva 2005 non è caratterizzata da lunghi periodi di caldo intenso, sarà che la crisi non aiuta certo i consumi, sarà forse che qualcuno ha qualcosa da farsi perdonare, sta di fatto che nelle nostre zone quest’anno e’ stata davvero una fioritura di materiale pubblicitario e di gadget targati Heineken.
Mai come quest’ anno tutti i locali pubblici che vendono prodotti Heineken sono stati dotati di ombrelloni, insegne aggiuntive, bacheche mobili, ecc; mai come quest’ anno si sono viste tante magliette ed gadgets vari distribuiti a pioggia; mai come quest’ anno le feste paesane hanno potuto godere di una quantità di addobbi a marchio Heineken così ingente.
Ma tutto ciò, alla luce della vicenda che da circa 1 anno sta interessando la Birreria di Pedavena, stabilimento che per Heineken è già morto e sepolto, e per il cui salvataggio produttivo, una volta tanto possibile, la multinazionale olandese non si sta certo sprecando, sembra davvero un contro senso, o forse semplicemente una modalità commerciale poco rispettosa dell’intelligenza delle persone.
Si perché quando si chiude una attività profittevole, quando si cancellano posti di lavoro, quando si impoverisce un territorio, quando si toglie parte dell’identità ad una comunità di persone, corteggiare queste stesse persone, nella loro veste di consumatori, con l’immagine, il gadget, le attività promozionali è senz’altro una modalità discutibile di proporsi sul mercato.
Forse c’è la convinzione che le persone siano esseri non pensanti che non si accorgono di queste situazioni, ma forse non è proprio così.
Se ci si ferma un attimo a riflettere si capisce che essere maltrattati nei fatti da chi poi ci corteggia con iniziative di pura facciata rappresenta veramente la beffa oltre al danno.
L’invito ad Heineken è dunque di promuovere la propria immagine con i fatti, agevolando davvero la cessione dello stabilimento di Pedavena ai produttori di birra che hanno dichiarato la disponibilità al subentro, perché l’attenzione al mercato si dimostra con i fatti e non con i gadget, quei gadgets che nelle nostre zone oggi rappresentano solo il simbolo e la testimonianza di un comportamento riprovevole.
Sin dall'inizio della vicenda le Parrocchie di Pedavena si sono dimostrate sensibili alla chiusura dello stabilimento di birra di Pedavena, partecipando alle varie manifestazioni organizzate, ponendo propri portavoce all'interno del Comitato, esprimendosi più volte sulla questione.
Ma recentemente hanno voluto contribuire alla causa per il "salvataggio" della fabbrica interloquendo con chi in Olanda rappresenta la proprietà della multinazionale.
La lettera che di seguito viene riportata è stata infatti scritta all'inizio di luglio direttamente alla signora Charlene Heineken.
Gentile Signora Heineken,
A scriverLe sono i responsabili e rappresentanti della Parrocchia di Pedavena. Ci permettiamo di rivolgerci a Lei per mostare il nostro cuore affranto.
Sembra che la produzione di birra a Pedavena stia per cessare. La nostra Comunità Parrocchiale sta soffrendo molto, perché La Birreria Pedavena non è solo una fabbrica di birra, ma rappresenta la storia del paese e ne è il fulcro socio-economico.
Qui ci sono famiglie che si sono tramandate il lavoro da padre in figlio. Sappiamo che la Birreria fu visitata anni fa da Mr Heineken, Suo padre, e sappiamo anche che egli era orgoglioso di questo stabilimento.
Quando fu celebrato il Centenario fu raggiunta l’apoteosi e grande era l’orgoglio per questo gioiello industriale.
Chi avrebbe mai pensato, allora, che dopo poco tempo si sarebbe prospettato un così triste epilogo?
Sinceramente molti qui pensano che, se fosse vivo Suo padre, ciò non sarebbe accaduto; e altrettanto sinceramente Le confidiamo, gentile Signora, che è sempre vivo tra noi il sentimento di gratitudine per Suo Padre e per la sua grande azienda.
Non viene compresa invece la decisione dei dirigenti italiani.
In questo difficile momento anche i Parroci sentono il bisogno di far sentire la loro umile voce a sostegno della comunità: una comunità che ha già conosciuto la piaga dell’emigrazione; che ha una scuola intitolata ad Ana Rech, coraggiosa donna di Pedavena che, vedova, prese il bastimento con i suoi cinque figli verso il lontano Brasile, fondando lì un insediamento che porta tuttora il suo nome; una comunità che ha dato molti figli alle miniere del Belgio...
Ciò che osiamo chiederLe, Signora Heineken, è che attraverso la sua intercessione si possa evitare ciò che sembra inevitabile, che ... venga magari Lei stessa, come fece Suo Padre, a dire che l’azienda ha deciso di tenere aperto lo storico nostro birrificio, così ricco di storia e di tradizione. Pensi che festa sarebbe! Le campane delle nostre chiese suonerebbero a festa tutto un giorno. Ma se ciò non fosse piu’ possibile, per progetti e decisioni aziendali ormai irrevocabili, ci permettiamo di chiederLe con tutto il cuore, Signora, di consentire a qualcun altro di continuare la produzione di Birra a Pedavena, perché non tutto vada perduto e perché non venga messo in ginocchio un intero territorio.
Noi Le siamo grati, Signora, per quanto di bene ha fatto finora la Heineken per Pedavena; ma ancor piu’ grati saremo se la stessa Heineken farà un ulteriore gesto di generosità verso di noi, consentendo concretamente ad altri di continuare qui la produzione di birra.
Noi continuiamo a sperare e a pregare il Signore per una favorevole soluzione; e restiamo fiduciosi che anche lei non rimarrà indifferente a questo nostro appello.
Con sensi di stima e di riconoscenza,
Il Parroco – Arciprete di Pedavena, i con-Parroci ed il Consiglio Pastorale
È senza dubbio una lettera molto accorata, ma ferma nelle richieste e che contiene un passaggio meritevole di essere analizzato.
Vi è un passaggio in cui viene citato il padre della signora Charlene, Alfred Heineken, in un parallelo logico che lo mette a confronto con i manager che oggi guidano la multinazionale olandese in Italia e nel mondo.
Da un lato, infatti, egli viene richiamato come il fautore dell'acquisizione dell'azienda dei Fratelli Luciani, del suo risanamento, del suo sviluppo, della sua valorizzazione, probabilmente perché considerava questo sito produttivo un qualcosa di unico che nella sua unicità rappresenta ancora oggi un valore distintivo.
Dall'altro viene rimarcata la fredda logica dei numeri usata dai vertici attuali di Heineken Italia per decidere la chiusura di questo sito produttivo.
In questa contrapposizione di comportamenti potremmo dire che trova sintesi la distinzione logica, ideologica e anche operativa tra chi è imprenditore e chi è manager.
Tra chi nelle scelte vede oltre l'oggi, capisce fino in fondo il valore delle cose e progetta il futuro con un occhio alla eticità del fare impresa e chi ha solo la sensibilità per tradurre in calcolo, più finanziario che economico, ciò che è ben più che freddi numeri, con la convinzione che esistano solo i risultati a breve termine sul cui altare tutto e tutti possono essere sacrificati.
Nostro auspicio è che le parole scritte da don Aldo Barbon, don Giuseppe Bortolas e don Daniele Vettorel, che facciamo nostre, vadano dirette al cuore della signora Charlene Heineken e a quello dei vertici di Heineken.
La domanda sorge spontanea dopo aver letto i due articoli pubblicati sul Gazzettino, che di seguito riportiamo, e dopo aver avuto notizia che anche altri gestori di birrerie e pub del Nord Italia manifestano gli stessi propositi.
Dunque il “caso” Pedavena non è più solo una rivendicazione di una piccola comunità la cui identità è legata indiscibilmente allo stabilimento, non è più solo un rifiuto istintivo di quello che appare palesemente ingiusto (la chiusura di uno stabilimento che funziona), ma è anche una scelta consapevole di addetti ai lavori che sanno quanto oggi siano importanti fattori come la qualità e la tipicità del prodotto, poiché rappresentano elementi distintivi fondamentali per fare un buon business.
Fonte il Gazzettino: Martedì, 9 Agosto 2005
«Rinuncerò a Partesa, l'azienda di Heineken che rifornisce di bevande molti locali pubblici, se la multinazionale olandese non agevolerà la cessione dello stabilimento di Pedavena a un altro produttore di birra».
Michele Gasperin, titolare della bruschetteria "El Mighelon" di Nave di Mel, non ha dubbi sottolineando che «desidero esprimere la mia solidarietà ai lavoratori della fabbrica. Lo farò, se necessario, non facendo più gli ordini per il mio locale ai rappresentanti di Partesa. Pur non avendo nulla di personale nei confronti di quest'ultimi, dal 1. ottobre se la situazione non evolverà come tutti noi auspichiamo cambierò fornitore». «Da Partesa - aggiunge - acquisto, oltre che tutte le bevande varie, la Birra Pedavena. Quella birra che ho sempre voluto nel mio locale innanzitutto per l'alta qualità che garantisce e poi anche per sostenere un prodotto del nostro territorio.
Mi è sempre sembrato giusto contribuire alla diffusione di una birra che oltre a essere buona è pure realizzata nel
Bellunese».
Nulla di nuovo, nel frattempo, sul piano dei potenziali acquirenti del sito. «Con ogni probabilità - afferma il sindaco di Pedavena Franco Zaetta - il periodo di vacanza ha bloccato un po' tutto. Era immaginabile.
Noi siamo comunque sempre in allerta a ogni piccolo movimento. Non mancheremo di farci sentire più volte prima dell'incontro del 15 settembre a Roma al Ministero del Lavoro. Un appuntamento molto importante nei confronti del quale stiamo già riservando molta attenzione».
Chi non perde l'occasione per tenere sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione è il Comitato Birreria Pedavena. «Anche l'ultima iniziativa organizzata - spiega Siro Celli, presidente del sodalizio - ha riscosso successo. L'esibizione dei sassaresi Coro di Usini e Gruppo Folk di Ittiri Caneddu è stata molto apprezzata dal pubblico. Con il nostro stand abbiamo presenziato inoltre al Palio di Feltre e faremo altrettanto nel weekend di Ferragosto alla 25. edizione della manifestazione "Artigianato vivo" che si terrà a Cison di Valmarino. Anche in questa sede cercheremo di far conoscere la vicenda. Così come facciamo, con frequenti aggiornamenti, sul nostro sito www.comitatobirreriapedavena.it». (Raffaella Gabrieli)
Fonte il Gazzettino: Venerdì, 12 Agosto 2005
LA PROTESTA
Il presidente della Consulta Ascom cittadina, Antonio Barp invita gli associati a non acquistare più prodotti dell’azienda olandese.
L’appello potrebbe essere accolto a livello regionale. «Stiamo perdendo un patrimonio di storia, di turismo e tradizioni»
Parte il boicottaggio alle birre del gruppo Heineken. «Benvengano azioni di "ribellione" contro Heineken come quella intrapresa dalla bruschetteria "El Mighelon" di Nave di Mel. Per essere però realmente efficaci serve che tanti, come il titolare di questo locale, assumano la stessa decisione». Il presidente della Consulta Ascom di Feltre Antonio Barp, all'indomani della scelta di Michele Gasperin di non rifornirsi più da quella Partesa che è azienda di distribuzione birra e bevande direttamente collegata ad Heineken, aggiunge quindi che «è necessario allargare lo spazio di movimento. Non deve essere solo una piccola porzione di territorio come la nostra a non acquistare più da Heineken, la valenza deve essere almeno provinciale e ancor meglio regionale. Potrebbe essere un'idea che chi sta coordinando le azioni di sensibilizzazione a questa vicenda, penso ad esempio al Comitato Birreria Pedavena, incontri il nostro presidente provinciale Franco De Bortoli e il rappresentante all'interno dell'Ascom dei titolari di esercizi pubblici». «Ma l'iniziativa - aggiunge - dovrebbe essere mossa ovviamente coinvolgendo anche i rappresentanti istituzionali, da quelli locali sino a quelli regionali. Un ventaglio sinergico che richiami su di sè l'attenzione dei mass media nazionali. Solo questo, a mio avviso, può in qualche modo spaventare una multinazionale come Heineken».
«Premettendo che non conosco con esattezza a che punto sia la trattativa di compravendita e chi in realtà tra i soggetti interessanti stia giocando poco chiaro - conclude Barp - una cosa va detta con fermezza. E cioè che l'intera nostra provincia non può permettersi di veder chiudere un patrimonio di storia, di tradizioni e di turismo com'è la birreria di Pedavena. Lasciando al contempo a casa un'ottantina di lavoratori. Perdendo inoltre l'associazione che la nostra area ha con il prestigioso marchio "Birra Pedavena" conosciuto in tutta Italia». (Raffaella Gabrieli)
Fonte: Il Gazzettino -21 Luglio 2005
ROMA - A tutti coloro che ieri pomeriggio hanno partecipato all'incontro convocato al Ministero del Lavoro per affrontare nuovamente la questione birreria Pedavena, la proposta della Kopparberg è parsa seria e concreta. Sottosegretario Maurizio Sacconi in testa. Tant'è che si è impegnato affinché la trattativa di compravendita prenda avvio, cercando di rimuovere eventuali incomprensioni nate in questi mesi tra la Heineken e questa possibile acquirente. Il prossimo confronto tra le parti, sempre a Roma, è stato fissato per il 15 settembre.
«Il presidente dell'azienda svedese Peter Bronsman e Jens Bernhardsson della collegata J&D Royal - hanno spiegato ieri sera al termine della riunione l'assessore provinciale alle Attività Produttive Daniela Larese Filon e il sindaco di Pedavena Franco Zaetta - hanno illustrato i loro progetti relativi al sito di Pedavena. L'intenzione è quella di produrre birra per circa 300-400mila ettolitri annui. È inoltre prevista la realizzazione di sidro e l'imbottigliamento di acqua minerale. Un'attività questa che, nel complesso, garantirebbe all'incirca l'occupazione attuale. Oltre ad aver presentato la loro struttura nel nord Europa, caratterizzata da quattro stabilimenti e da una consistente fetta di mercato, hanno inoltre garantito ancora una volta il loro alto grado di interesse nei confronti dell'acquisizione della fabbrica di Pedavena. Il nostro auspicio, a questo punto, è che la loro trattativa con Heineken possa nei prossimi giorni prendere il via. Dopodiché ci ritroveremo il 15 settembre per valutare cosa e quanto si sia mosso in queste settimane». Alla riunione di ieri erano inoltre presenti il consigliere regionale Dario Bond, il neo assessore di Pedavena Vittore De Bortoli, i rappresentanti dell'Associazione Industriali, dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e delle Rsu Davide De Martini Bonan.
«È stato un faccia a faccia positivo e costruttivo - ha spiegato il consigliere Bond - durante il quale il gruppo svedese ha dimostrato tutto il suo interesse verso l'acquisizione della Birreria vista come vero fulcro dello sviluppo del gruppo nel sud dell'Europa. Hanno spiegato inoltre che sono interessati allo stabilimento, ma non alla gestione diretta del locale che potrebbe essere curato ancora da Lionello Gorza». (Raffaella Gabrielli)
Nel breve giro di sette giorni, ma a distanza di ben dieci mesi dalla data di annuncio di Heineken di chiudere lo stabilimento di Pedavena, ben due incontri presso il Ministero del Welfare. Il primo (14 Luglio) con la partecipazione dei vertici di Heineken, il secondo (20 Luglio) con il gruppo Svedese che ha dichiarato la volontà di acquistare.
A questo punto, ed in attesa dell’incontro che seguirà a metà settembre, è forse il caso di fermarsi in attimo e fare alcune riflessioni.
Queste sono naturalmente solo alcune riflessioni che sorgono spontaneamente anche a chi guarda dall’esterno alla vicenda della Birreria Pedavena; e come queste molte altre se ne potrebbero fare.
Così come basta solo un po’ di buon senso per capire che:
Quanto segue è un breve messaggio del Presidente di Confindustria Montezemolo che ben sintetizza l'insieme di valori, convinzioni, idee che tutti gli imprenditori operanti in Italia dovrebbero tenere presenti.
Anche quegli imprenditori di grandi dimensioni che sono Multinazionali come Heineken.
Lo riportiamo perché crediamo che possa aiutare il mondo imprenditoriale, ma anche le Istituzioni, a riflettere sulla questione della chiusura della Birreria Pedavena, per capire che salvare questo storico, ma profittevole stabilimento birrario, significa “Voler bene all’Italia”.
8 maggio 2005
Ad Ermete Relacci
"Voler bene all'Italia" significa voler bene alle nostre radici, alle case e ai paesaggi della nostra infanzia, ai mille campanili di un territorio straordinariamente ricco di talenti e di sentimenti.
Un territorio dove sono radicate migliaia di piccole imprese che nel rapporto con la comunità locale, i propri dipendenti, i propri fornitori, i propri clienti trovano la linfa vitale per crescere ed internazionalizzarsi.
Il valore aggiunto dei prodotti italiani consiste proprio in quella ricchezza di saperi e di tradizioni e in quella qualità della vita che si trova nei piccoli comuni. E' da qui, da questa storia, da queste persone, dai tanti centri di eccellenza universitari e aziendali basati in provincia che nascono le tante storie imprenditoriali di successo che sono oggi il baluardo del Made in Italy.
Un territorio dove è più forte lo spirito di iniziativa e dove il rapporto tra cittadino e amministrazione è più diretto e proficuo. E' questo lo scenario in cui la grande tradizione della cultura e dello stile italiano deve sapersi coniugare sempre di più all'innovazione, alla ricerca, alla tecnologia. E dove un turismo imprenditoriale deve saper portare i nuovi flussi che si muovono nel mondo dentro le nostre radici. Che sono le radici del futuro.
Luca Cordero di Montezemolo
(tratto dal sito www.legambiente.it)
Abbiamo ricevuto da parte di un dipendente dello stabilimento la lettera di seguito riportata, che riteniamo opportuno pubblicare.
Quello che emerge e’ un insieme di immagini, sensazioni, riflessioni cariche di tristezza, delusione, amarezza per la perdita del posto di lavoro, e anche di un po’ della propria identità, per la consapevolezza che la situazione attuale e’ figlia di errori che possono essere evitati. Basta volerlo.
E’ la stessa perdita di identità che tocca l’intera comunità di Pedavena, e’ la stessa consapevolezza dalla quale ha tratto origine proprio il "Comitato Birreria Pedavena".
La lettera che riportiamo conferma e rinsalda ancora una volta il nostro impegno a portare avanti tutte le iniziative utili a fare in modo che la Birreria Pedavena continui la sua attività birraria. Ci da’ ulteriore sprone e motivazione.
Essa però rappresenta anche un severo monito al Team Managment di Heineken Italia a riflettere in maniera complessiva sulle proprie scelte, in un percorso che parte dai numeri ma che deve arrivare ai valori.
Silenzio.
Da oggi è silenzio.
Niente più mulini, nienti più travasi, niente più mosto che bolle, niente più profumo di malto, da oggi, 22 giugno 2005, chiude la produzione nella sala cottura della Fabbrica di birra di Pedavena.
I tini di rame, con la loro storia, sono lì, inermi, carichi della loro memoria, messi in pensionamento come un nonno, che sembra non servire più a nessuno, nonostante possa insegnare più di mille enciclopedie messe insieme.
Una storia iniziata 108 anni fa oggi finisce, ma senza che nelle ultime righe del manoscritto si legga: "E vissero tutti felici e contenti".
Ma noi non vogliamo vedere la fabbrica spegnersi dopo così tanti anni di successi e di prestigiosi riconoscimenti internazionali.
E' come cancellare la storia di tutti noi e senza storia perdiamo una fonte di conoscenza, oscuriamo il nostro orizzonte, l'animo umano si impoverisce e quasi senza accorgercene rischiamo di diventare come un albero senza radici: al primo vento impetuoso soccombiamo.
Ma chi sono gli artefici di tutto questo?
Sono i membri del Team Management di Heineken Italia, coloro che dovranno sempre tenere impresso nella propria mente che lo spegnere la storia di Pedavena non è e non sarà una vittoria gestionale di Heineken, ma una perdita per l'Italia tutta, e loro, come italiani, sono stati i fautori di questa sconfitta collettiva.
Possono definirsi strateghi coloro che per vincere una battaglia di campanile perdono la guerra con la propria storia?
Possono definirsi managers, cioè gestori di risorse, coloro che per portare un temporaneo extra guadagno alla propria azienda, (vendita dei gioielli di famiglia: centrale idroelettrica, ristorante-birreria più prestigioso d'Italia e tra i primi d'Europa, concessione idrica) penalizzano i propri consumatori sottraendo loro il fascino di uno stabilimento unico nel suo genere e vocato a produzioni di alta qualità?
Il Team Management di Heineken Italia si è dimostrato poco sensibile nel cogliere l'anima del consumatore, perché lontano dal mercato e poco rispettoso della concorrenza.
Un'azienda di successo è tale se nel tempo sa gestire e rispettare tutti i soggetti presenti nel mercato: fornitori, concorrenti, clienti, collaboratori.
Il team management di Heineken Italia non pare abbia avuto questa sensibilità.
Se fossero stati dei contemporanei di Dante, il sommo poeta li avrebbe senz'altro citati in qualche passo della Divina Commedia e di certo non li avrebbe relegati né in paradiso, né tantomeno in purgatorio.
"Quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori anche noi, quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia." (Cesare Pavese)
Riportiamo di seguito l’articolo pubblicato in data 16 Giugno 05 dal Corriere delle Alpi. Lo riportiamo perché ci sembra significativamente descrittivo di una situazione che nella sua drammaticità presenta diversi aspetti così paradossali da prestarsi ad una agevole trasfigurazione tramite l’utilizzo dei fumetti.
In questo senso già il Comitato sta portando avanti la pubblicazione di una serie di vignette che con spirito ironico intendono contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione Birreria Pedavena.
Non ci resta che prender atto dell’impegno di Heineken a fornire spunti utili ad una lettura satirica della vicenda, cosicché valuteremo una programmazione parallela di fumetti che abbiano come protagonista il personaggio descritto nell’articolo.
Non c’è nemmeno bisogno di fare grande sforzo per giungere ad un parallelo tra il personaggio della fantasia e quello di una autenticamente triste realtà.
Vorremmo solo sottolineare che quando la realtà può essere facilmente tradotta in fumetti probabilmente è di per sé una forzatura della realtà stessa e dunque di per sé fonte di errori madornali.
E di solito le persone intelligenti si accorgono degli errori madornali.
Corriere delle Alpi 16 Giugno 2005- Concessa e poi negata la possibilità di confrontarsi con gli acquirenti - "Heineken è poco corretta" - Zaetta si lamenta: "Ogni giorno pone nuovi problemi"
di Ivan Perotto
Pedavena: Non vi è alcun dubbio, Carlo Collodi nel pensare alla propria creazione più famosa si ispirò ad un dirigente Heineken. I punti di contatto tra il burattino di legno e gli amministratori della multinazionale olandese sono sempre più evidenti. La più recente "contraddizione" coinvolge il Comune di Pedavena e l’azienda svedese J&D Royal, oltre ad Heineken. Il tutto a scapito delle aspettative occupazionali dei lavoratori dello stabilimento il cui futuro è appeso a un filo. - In seguito all’incontro ministeriale della scorsa settimana, quando dichiarò che le offerte sinora arrivate sono praticamente “risibili”, Von Wunster ha palesato al sindaco pedavenese Franco Zaetta la disponibilità olandese ad un confronto diretto tra l’ente locale e gli aspiranti acquirenti scandinavi dello stabilimento birrario. Peccato che quando è stata la J&D a chiedere una conferma scritta si sia sentita rispondere picche. Tacita motivazione, il protocollo per le trattative di subentro nella proprietà del sito prevedono la segretezza, violarla vorrebbe dire essere espulsi dalle trattative stesse.
"Ogni giorno", spiega Zaetta, "Heineken solleva nuovi problemi, smentendosi. Prima non esistevano acquirenti interessati, poi le offerte presentate sono state giudicate "da saldo". Senza che sia mai stato fissato un prezzo di vendita. Prima c’era la disponibilltà a mettere in contatto diretto ente locale ed acquirenti, poi questa disponibilità è venuta a mancare. Ciò significa che per Heineken il Comune esiste solo quando deve risolvere un problema. Sarà il caso che si ricordino che non concederemo mai una variazione di destinazione d’uso per quell’area. Lì si deve continuare a produrre birra".
In un comunicato Zaetta va oltre, chiedendosi come sia possibile accettare che Heineken distrugga un patrimonio italiano di efficienza e di qualità, “per di più gravando l’erario italiano a seguito del ricorso agli ammortizzatori sociali per i dipendenti licenziati”.
Una domanda che non ha trovato risposta neppure al tavolo ministeriale. Come non hanno trovato risposta tutti gli altri interrogativi sollevati da una vicenda che vede chiudere, da un’azienda leader del settore, una fabbrica in netto attivo.
Per capire quali strategie possano ancora essere portate avanti prima di fine luglio, quando verrà chiusa la produzione, il Comune di Pedavena ed il Comitato popolare hanno indetto un’assemblea pubblica per sabato alle 16.00, nella sala consigliare del municipio. Tra le idee, quella di una “spedizione” in Olanda, alla sede centrale di Heineken.
Circa 500 persone hanno presenziato alla presentazione ufficiale del libro "Una Fabbrica-Paese: Il caso Birreria Pedavena" e quasi 290 sono state le copie del libro vendute. Un successo di pubblico e di vendita con pochi confronti per simili iniziative! Basti pensare che una sola libreria ha poi prenotato 300 copie del libro Tutta la società civile della provincia di Belluno e non solo, era presente alla manifestazione: autorità civili, religiose, militari, rappresentanti sindacali regionali, semplici cittadini, dipendenti dello stabilimento di Pedavena e pensionati dello stesso, parlamentari di vari schieramenti politici, consiglieri regionali e il nuovo assessore regionale Oscar De Bona, che per la sua prima uscita pubblica ha scelto "caso Pedavena" non è solo una questione legata alla locale fabbrica di birra, ma è un "caso" che coinvolge la storia, la tradizione, la cultura e l'economia dell'intero nord-est d'Italia Alla cerimonia ha presenziato anche il dott. De Giovanni della società di comunicazione Barabino & Partners, consulente di Heineken Italia per la comunicazione esterna, subentrato nel ruolo dopo le dimissioni di Carla Sacchi.
Che la vicenda della chiusura dello stabilimento di Birra a Pedavena sia diventata una questione conosciuta a livello locale e nazionale ormai e' cosa acquisita. Che pero' essa sia anche diventata oggetto di attenzione ed argomento di comunicazione per personaggi famosi ed artisti, forse non era lecito sperare. Fatto sta, che nel recente spettacolo tenuto da Beppe Grillo a Belluno ampio spazio e' stato riservato a questo problema. Il famoso artista infatti ha rimarcato la gravita' di situazioni simili, il danno che certe scelte arrecano a punti fermi delle culture locali e non. Ma non solo; ha anche offerto il suo aiuto per fare in modo di salvaguardare un patrimonio economico e culturale.
In relazione a questa manifestazione di solidarieta', in questi giorni Il Comitato Birreria Pedavena e l'Amministrazione Comunale hanno inviato all'artista una lettera di Apprezzamento e di ringraziamento della quale riportiamo i passaggi piu' significativi:
”Desideriamo innanzitutto ringraziarLa a nome delle Comunita' Locali per l'importante contributo dato alla "causa" dello stabilimento - birra di Pedavena in occasione del Suo spettacolo a Belluno il 3 febbraio. .... Le nostre comunita' sono comunque impegnate a difesa di dignita' e diritti che vanno ben oltre il pur importante aspetto economico -occupazionale. A Pedavena si fa birra da oltre 100 anni con passione e tanta qualita', grazie a professionalita' e cultura dei mastri birrai nonche' all'acqua delle nostre montagne...... Heineken dimostri comunque rispetto per le comunita' locali come conclamato nella propria "carta etica", mantenendo gli impegni sottoscritti, non facendo "terra bruciata" dello stabilimento, consentendoci di poter continuare l'attivita' produttiva. Il "caso Pedavena", per le molteplici valenze che contiene, sara' ancora motivo di discussione e di confronto anche al di la' del nostro territorio. A Lei che, per primo, ha avuto la sensibilita' di portarlo all'attenzione di un vasto pubblico, chiediamo, nei modi che riterra' piu' opportuni, di farci sentire meno dimenticati in un confronto impari, ma che porteremo avanti con la massima determinazione e con tutti i mezzi a nostra disposizione.”
Forse non era atteso, ma comunque era sperato, forse non e' la panacea di tutti i mali, ma comunque un segnale nella giusta direzione.
In data 11 febbraio Heineken Italia ha comunicato agli Enti Locali ed alla stampa la sua decisione di affidare ad una primaria Banca d'Affari la vendita dello stabilimento di Pedavena. In tale Comunicato tra l'altro si dice:
"... L'incarico rafforza l'impegno di Heineken Italia, assunto formalmente, di favorire la cessione del sito (stabilimento produttivo di Pedavena) attraverso soluzioni che abbiano caratteristiche di affidabilita' e stabilita' nel tempo; ha l'obiettivo di ricercare opzioni strategiche, anche a salvaguardia del patrimonio storico rappresentato dallo stabilimento di Pedavena. Questo impegno e' stato assunto da Heineken Italia sin dal momento della comunicazione della decisione (settembre 2004) e dell'accordo raggiunto con le parti sociali nel dicembre 2004, che prevede la cessazione della produzione di birra (da parte di Heineken Italia) nello stabilimento di Pedavena nel Luglio 2005 e la chiusura dello stabilimento nel settembre 2005. In ogni caso Heineken Italia intende favorire la continuita' e lo sviluppo dell'attivita' dello storico locale "Birreria Pedavena", che e' un fulcro importante dell'attrattiva turistica dell'area. La decisione di Heineken Italia di spostare la produzione di Pedavena in altri stabilimenti del gruppo in Italia e' legata alle condizioni dell'impianto ed all'ingresso di grandi concorrenti internazionali nel mercato italiano della birra, oltre alla costante crescita di importazioni dall'estero. Questi scenari hanno imposto ad Heineken Italia la ricerca di un'adeguata efficienza produttiva, per salvaguardare la sua competitivita' attuale e futura. Essere un'azienda responsabile significa garantire la propria sostenibilita' nel lungo periodo. E' impegno di Heineken Italia agire in modo responsabile e nel pieno rispetto di ciascuna delle persone coinvolte a Pedavena; un rispetto che riguarda anche le sorti future del sito produttivo e, quindi, della comunita' circostante l'impianto"
Come Comitato "Birreria Pedavena" l'auspicio dunque e' che tale iniziativa sia foriera e precursiva di tutti quei passaggi necessari per arrivare ad assicurare la continuazione della produzione di birra a Pedavena, con un soggetto economico serio, capace e lungimirante, che potra' contare sul benvenuto della comunita' e sull'impegno a lavorare assieme da parte di tutti.
E-mail: info@comitatobirreriapedavena.it
Telefax: 178 274 0304